Sostituire i centri dati obsoleti con nuove soluzioni cloud: Abruzzo, Toscana e Piemonte in prima linea

3 marzo 2021 – La Repubblica
Roberta Paoletti

RIPENSARE i criteri razionali di archiviazione dei dati della pubblica amministrazione italiana e ampliare l’utilizzo del “Cloud computing”, una nuvola informatica che dovrebbe sostituire i vecchi archivi cartacei: questi i due obiettivi principali del progetto del Cloud della Pubblica Amministrazione, ai quali si aggiunge quello di contenere l’impatto ambientale che hanno tutti i processi di digitalizzazione.

L’azione si inserisce nella Strategia per la Crescita digitale del Paese ed è guidata da AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, nell’ambito del progetto “Razionalizzazione infrastruttura ICT e migrazione al cloud“, con una dote di 20 milioni di euro del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, finanziati nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.

Il progetto è nato prima della potente spinta alla transizione digitale causata dall’emergenza Covid-19 – per ragioni di necessità e impulso politico e sostegno economico, grazie agli ingenti fondi provenienti dal recovery fund (NGEU) – ma si inserisce perfettamente in questo processo, partendo dall’interno degli uffici della pubblica amministrazione, in termini anche di semplificazione e efficientamento dell’organizzazione del lavoro.

Il primo passo sta nella creazione di una nuova piattaforma dal nome “Cloud Marketplace di AgID” che raccoglie i servizi e le infrastrutture digitali qualificate da AgID. Le possibilità sono molteplici: si va da software per la gestione di servizi amministrativi a piattaforme di formazione o ancora infrastrutture digitali, come i cloud di archivi. Tutti i servizi disponibili sono corredati da una descrizione tecnica delle prestazioni, per agevolare i responsabili della pubblica amministrazione nella scelta del fornitore che più fa al caso loro, in base alle esigenze. Ma non ci si ferma solo qui.

I fornitori vengono messi in condizione di autovalutarsi, attraverso specifici strumenti messi a punto da AgID, che permettono di capire velocemente se i servizi che possono offrire siano o meno in linea con le necessità della transizione digitale e come eventualmente migliorarli o allinearli alle esigenze. Le pubbliche amministrazioni possono invece segnalare eventuali anomalie dei servizi cloud qualificati.

Moltissimi gli attori in campo per questa migrazione: oltre 650 i fornitori coinvolti, che hanno superato temporaneamente la qualifica di AgID, e circa un migliaio le piattaforme, i servizi e i software qualificati.

Al monitoraggio dei servizi migrati in cloud si aggiunge anche la formazione su servizi specialistici, affiancamento, accompagnamento delle PA locali e centrali e supporto specialistico e tecnologico, per scongiurare qualunque ostacolo.

Tra le regioni che hanno sottoscritto un accordo territoriale con AgID ci sono l’Abruzzo, la Toscana e il Piemonte. Si tratta di approcci differenti che puntano allo stesso obiettivo: sostituire i centri dati obsoleti e insicuri con le nuove soluzioni cloud.

In Abruzzo quarantacinque comuni appartenenti alle unioni Trigno Sinello e Sangro Aventino, nella provincia di Chieti, hanno completato le valutazioni preliminari per la migrazione. Dodici sono alla fase di progettazione della migrazione. Il comune di Atessa (CH) è in fase di migrazione: da giugno dello scorso anno venti servizi applicativi.

In Toscana la piattaforma digitale si chiamerà SCT, Sistema Cloud della Toscana, un’infrastruttura digitale condivisa, che accoglierà anche il sistema sanitario e gli enti locali.

In Piemonte quindici comuni dell’unione pilota di Langa e Barolo e del Fossanese, in provincia di Cuneo, stanno esplorando le tappe per la migrazione. A gennaio 2021 la regione Piemonte ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse rivolto ai comuni singoli e associati che desiderano aderire al progetto, con uno stanziamento di 5 milioni di euro.

Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione sta ridefinendo anche le modalità di convivenza e di relazione tra i cittadini e le cittadine e le amministrazioni locali. Si tratta di un forte segnale di scatto verso il futuro, di cui abbiamo sentito a tratti la mancanza durante questo periodo di pandemia. L’importante è tenere presente che gli scambi umani non si sostituiscono interamente con le macchine, e tenere in testa questi due obiettivi come due amici e non come due antagonisti.

Fonte: https://www.repubblica.it/dossier/esteri/fondi-strutturali-europei-progetti-italia/2021/03/03/news/cloud-290072261/

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