Aree interne. Le proposte dei giovani inascoltate. “Aspettiamo ancora una risposta”

Sono passati tre mesi dall’invio del documento di Officina giovani aree interne al ministero per il Sud e la Coesione territoriale. Oltre 400 le realtà coinvolte nella redazione del testo. Ora si pensa ad un rilancio. La referente, Giulia Sonzogno: “Per fermare lo spopolamento occorre coinvolgere le nuove generazioni”

2 marzo 2022 – la difesa del popolo
Gianni Augello
I giovani delle aree interne hanno idee e progetti per il futuro di questi territori, ma a quanto pare, ai piani alti, nessuno li ascolta. A lamentare uno scarso interesse istituzionale – ma anche politico – verso le aspirazioni dei giovani di questi territori è l’Officina giovani aree interne e la sua referente Giulia Sonzogno. Nei mesi scorsi, infatti, l’Officina (nata a supporto del Comitato tecnico aree interne, nell’ambito di Officine Coesione, progetto del Pon Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020) ha presentato un pacchetto di 15 proposte per il futuro delle aree interne al ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. Proposte sviluppate da un gruppo di lavoro che ha coinvolto oltre 400 tra giovani under40, associazioni, università, imprese e cooperative che hanno risposto ad una call lanciata dall’Officina in piena pandemia. A tre mesi dalla presentazione dei risultati di questo intenso lavoro si attende ancora una risposta dal ministero e anche la politica sembra non aver colto appieno la portata di questo documento. “Abbiamo sottoposto le 15 proposte alla ministra (Carfagna, ndr) e all’attenzione del ministero. Abbiamo avuto una interlocuzione con Domenico Gambacorta, consigliere Snai per il ministro – spiega Sonzogno -, ma dal ministero ci aspettiamo che il tema venga messo in agenda e che si guardi alle aspirazioni e alle proposte messe sul tavolo da giovani che non si sono lamentati e basta, ma che hanno lavorato insieme e definito delle priorità. Oltre al consigliere, abbiamo raccolto l’interessamento solo di alcuni deputati, soprattutto del Partito democratico”. Eppure, il lavoro realizzato da Officine giovani aree interne, oltre che inedito, è soprattutto la voce di quanti dalle aree interne non vogliono andar via. Una sorta di roadmap, scritta dagli under 40, per arrestare il fenomeno dello spopolamento di questi territori. “Il nostro macro-obiettivo è quello di ribadire la necessità di strumenti dedicati ai giovani – spiega Sonzogno – perché tutto quello che oggi viene stanziato in questi territori riguarda i servizi essenziali, mentre poco è dedicato espressamente ai giovani e non ci sono neanche vincoli di età. Serve con urgenza qualcosa che si occupi di loro. Per fermare lo spopolamento occorre coinvolgere i giovani”.  Le risorse non mancano, assicura Sonzogno: oltre a quelle stanziate con la Strategia nazionale per le aree interne (Snai) 2014-2020, ci sono anche le risorse della nuova Snai 2021-2027. Tuttavia, quello che manca, ancora una volta, è il coinvolgimento strategico dei giovani sul campo. “Non c’è nulla di specifico. Non vengono esplicitamente nominati i giovani e non vengono coinvolti come protagonisti – aggiunge Sonzogno -. Hanno lavorato tanto e si stanno mettendo in gioco, ma ad oggi non c’è stata un’interlocuzione o un coinvolgimento. Noi ci auguriamo ci sia ancora la possibilità di coinvolgere i giovani. Stiamo sottoponendo il nostro progetto e le nostre proposte alle istituzioni, anche all’Agenzia per la coesione territoriale: la nuova Snai potrebbe beneficiare di questo capitale di relazione di giovani attivati che si sta creando. Noi siamo a disposizione e siamo pronti a lavorare con le regioni e con i comuni”. La distanza tra istituzioni e giovani, sia a livello nazionale che locale, (messa in luce in modo dettagliato dalla ricerca Giovani Dentro dell’associazione Riabitare l’Italia), quindi, rischia di esser confermata ancora una volta dai fatti. Tutto questo, però, non ha fermato il lavoro dei giovani dell’Officina che proprio in queste settimane hanno lanciato due call distinte per trovare sui territori nuovi referenti e nuovi volontari. I numeri delle adesioni, ancora una volta, descrivono il forte desiderio di partecipazione da parte dei giovani delle aree interne: sono 71 i candidati provenienti a diventare referenti territoriali, quasi tutti parte di reti o organizzazioni presenti sui territori. A loro il compito di promuovere la presenza dell’Officina, allargando la rete e avviando progetti a livello locale. “Abbiamo deciso di strutturare maggiormente Officina giovani e di farlo con le nostre forze – spiega Sonzogno -. Abbiamo lanciato questa call per i referenti territoriali per attivare di più le nuove generazioni e farsi portavoce delle proposte a livello territoriale”. Ma non è tutto qui: da qualche giorno l’Officina ha lanciato anche un’altra call, questa volta rivolta a volontari che intendano dare una mano per far crescere la rete dei giovani delle aree interne. Si cercano volontari che si occupano di comunicazione, progettisti, ma anche figure che contribuiscano ai processi partecipativi. Per aderire basta compilare un modulo online. Ad oggi sono circa 40 le adesioni. Il termine per inviare la propria candidatura è il 5 marzo.

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