Città medie, Manfredi: “Un ruolo strategico per la pianificazione territoriale di area vasta”

Il presidente Anci è intervenuto all’incontro a L'Aquila ‘I Comuni e la sfida del governo di area vasta’, a cui ha partecipato il ministro per le Politiche di coesione Tommaso Foti

2 luglio 2025 – www.anci.it

Autore: Giuseppe Pellicanò

L’AQUILA – “Nell’agenda istituzionale di Anci le città medie hanno un rilievo significativo, rappresentano un livello di governance intermedio ed hanno una funzione strategica: sono indispensabili per creare una connessione molto stretta tra l’area vasta e le altre aree di influenza territoriale che ruotano intorno al Comune capoluogo”. Lo ha detto il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi, intervenendo in streaming all’incontro ‘I Comuni e la sfida del governo di area vasta’ all’Aquila, a cui ha partecipato il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione Tommaso Foti. L’appuntamento, che segue quello di Torino dello scorso 17 aprile, dove è stata presentata l’Agenda dei Comuni e delle Città per la Coesione, è servito ad approfondire il ruolo dei Comuni come hub di servizi e di sviluppo per le aree vaste e le aree funzionali.

“Dobbiamo individuare politiche mirate per rafforzare un legame molto stretto che esiste già in molti settori, come la mobilità, i servizi sociali o quelli ambientali”, ha aggiunto Manfredi. “Già esistono strumenti di pianificazione ed un’esperienza simile è già stata realizzata con i progetti del Pnrr, nel settore dei piani urbani integrati. Come Anci stiamo lavorando ad un’agenda delle città medie, guardando sia alle possibili riforme che le aiutino ad esercitare il loro ruolo di collegamento rispetto agli altri territori, che la loro funzione come aggregatore di pianificazione per i piccoli Comuni”.
Il ministro Tommaso Foti ha ricordato che “le città medie sono strategiche per lo sviluppo della Nazione. Rappresentano contesti in cui la qualità della vita è nettamente superiore alla media nazionale e, oggi più che mai, offrono l’opportunità di esercitare un nuovo protagonismo su scala di area vasta. Sono infatti quei centri capaci di connettere territori e di colmare il vuoto lasciato dalle competenze sottratte alle Province, assumendo un ruolo centrale nella pianificazione e nella governance locale”.
Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha evidenziato come “le città medie rappresentano l’asse portante del sistema Paese e devono tornare a essere protagoniste delle politiche di coesione, riconosciute per il ruolo che svolgono nel tenere insieme territori diversi e spesso complessi. Solo rafforzando la loro funzione strategica – ha aggiunto – potremo garantire servizi, opportunità e futuro anche ai piccoli comuni e alle aree più fragili, contrastando lo spopolamento e riducendo i divari. Serve una governance multilivello chiara, che riconosca ai Comuni il compito di attuare le politiche pubbliche, non solo di eseguire direttive. Dall’Aquila, Capitale italiana della Cultura 2026, rilanciamo un messaggio forte e unitario: costruire coesione significa ascoltare i territori, coinvolgerli, valorizzarli”, ha concluso Biondi.
“I capoluoghi devono poter svolgere un ruolo centrale nella governance dell’area vasta, diventando punti di riferimento per i territori contermini anche nell’accesso diretto ai fondi europei – commenta il sindaco di Vicenza e coordinatore della consulta Comuni capoluogo Anci, Giacomo Possamai, intervenendo all’incontro con il ministro per gli affari europei Tommaso Foti. Una richiesta che non vuole creare contrapposizioni, ma riconoscere il ruolo operativo e di prossimità che i Comuni capoluogo possono esercitare. In questo quadro – ha aggiunto Possamai – una delle grandi emergenze è la questione abitativa, che per molte città, anche di medie dimensioni, rappresenta un vero dramma. Per questo abbiamo proposto che una quota rilevante delle risorse europee venga destinata prioritariamente a fronteggiare questa esigenza concreta, affinché le Politiche di Coesione siano davvero uno strumento vicino ai bisogni delle persone”.
Nel corso del dibattito è intervenuto anche il presidente del Consiglio nazionale dell’Anci e sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti. “Il Comune capoluogo può svolgere un ruolo chiave all’interno di una strategia articolata e complessa su base provinciale: la città può prendersi cura delle aree che vanno dalla montagna al mare, cercando di condividere una strategia e riportare le buone pratiche valorizzando anche l’identità culturale dei borghi”, ha ricordato il sindaco ascolano. Per questo motivo, “l’Anci sta lavorando all’Agenda dei Comuni d’intesa con il Commissario Ue Fitto, perché se da un lato il PNRR è stato molto importante per rilanciare il nostro comparto, dall’altro dobbiamo costruire una programmazione europea mirata che tenga conto delle esigenze effettive dei Comuni, permettendo loro di sprigionare tutte le energie inespresse all’interno dei territori”, ha rilevato Fioravanti. Che si è augurato di “invertire la rotta, socializzando difficoltà e strategie per un approccio integrato al tema della coesione”.
Per il vicepresidente vicario Anci Daniele Silvetti, sindaco di Ancona, “il modo in cui i sindaci hanno portato avanti la partita del PNRR è la prova provata che essi dovrebbero essere gli interlocutori privilegiati quando bisogna mettere a terra le opere ed anche nella gestione diretta dei fondi di coesione”.

“All’ultima riunione di Torino, il vice presidente Fitto è stato molto chiaro e ha dato indirizzi molto incoraggianti che, come Anci, ci auguriamo saranno concretizzati”, ha proseguito il vicepresidente vicario. “Il tema centrale su cui dobbiamo discutere è ora quello delle regole di ingaggio, i Comuni si sono dimostrati ricettivi, ma c’è chiaramente un problema di formazione del personale e delle capacità organizzative dei Comuni più grandi rispetto a quelli piccoli limitrofi. L’area vasta – ha concluso – rappresenta una dimensione ulteriore rispetto alle città metropolitane che non possono esaurire il ruolo del decentramento”.
Da parte sua Maria Luisa Forte, vicepresidente, delegata Anci per Mezzogiorno e Coesione territoriale e sindaca di Campobasso, ha evidenziato che “il tema dei fondi di coesione sta molto a cuore al Anci e ai comuni città capoluogo, perché i Comuni hanno dimostrato di saper spendere molto bene i fondi dell’Europa del PNRR, meglio delle Regioni. Il lavoro che stiamo conducendo da un po’ di mesi, e che ha visto anche l’incontro con il commissario europeo Fitto a Torino, serve proprio per far comprendere all’Europa ed anche al governo che possiamo disporre direttamente dei fondi della coesione. I fondi di coesione non sono un bancomat per le emergenze, ma vanno usati per far sì che ci sia un riequilibrio ed una vera coesione tra le regioni europee e quelle regioni italiane. Il nostro compito – ha concluso Forte – è quello di valorizzare i fondi e le politiche di coesione che hanno delle criticità, ad esempio le procedure a volte troppo farraginose, ma non vanno messi da parte, bisogna lavorarci per migliorarne l’utilizzo”.
“In una dimensione come quella italiana con il 70% dei Comuni sotto i 5 mila abitanti, i giovani amministratori parlano la lingua dei piccoli comuni: per loro è più facile crearsi uno spazio nel territorio, raggiungendo anche dei ruoli apicali”, ha osservato Domenico Carbone, presidente della Consulta nazionale Anci giovani e sindaco di San Costanzo.
“Purtroppo negli ultimi anni abbiamo registrato una forte riduzione dei sindaci under 35, al momento siano circa 300”, ha spiegato Carbone. La sfida che ho lanciato, in occasione dell’ultima assemblea di Anci Giovani a Palermo, è stata quella di incrementare il più possibile il numero dei giovani amministratori. Dobbiamo dare fiducia ai giovani, anche nei territori periferici, è il primo passo necessario se si vogliono raggiungere dei risultati concreti”.

 

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